Sandro “James” Bondi da Fivizzano è di nuovo sulla cresta dell’onda. Trionfalmente assiso sul suo scranno (di maggioranza) al Senato, ministro in pectore dei Beni Culturali e Ambientali, oggetto di voci dal sen di Palazzo fuggite che lo vorrebbero protagonista liaisons dangereuses tra Palazzo Madama e Montecitorio, tra Liguria e Piemonte.
Tra tante faccende affaccendato, il Bondi non ha però abbandonato la sua attività di raffinato poeta. Ce ne compiacciamo. Riprendiamo da Versi diversi, la rubrica cult di Vanity Fair, la lirica dedicata da Bondi al recente trionfo elettorale di “unmetroesettantuno”.
Oggi, martedì 22 aprile 2008, ricorre l’Earth Day 2008, commendevole iniziativa di sensibilizzazione e mobilitazione sui temi della tutela dell’ambiente, al cui sito ufficiale rimando per ogni ulteriore delucidazione.
A tal proposito ho avuto ieri modo di leggere l’accorato appello del cantante Jovanotti, al secolo Lorenzo Cherubini, che invitava – in buona sostanza – a ridimensionare i consumi e a modificare i nostri piccoli gesti quotidiani.
Le elezioni politiche del 13 e 14 aprile hanno segnato la definitiva presa d’atto dell’incontestabilità della tesi che vuole l’era berlusconiana configurarsi come “secondo Ventennio”. Al di là della durata, i due periodi sono infatti pienamente assimilabili, a patto di tralasciare ogni giudizio di merito e di intenderli – piuttosto che come regimi, che non intendo affatto accostare – come fasi politiche capaci di cambiare profondamente volto e coscienza del Paese.
Per sgombrare il campo da equivoci: il chili con carne – o più semplicemente chili – non è una specialità della cucina messicana. Il celeberrimo ragoût di carne piccante è invece il piatto nazionale del Texas, pur se declinato in innumerevoli varianti locali e personali (ogni “arzdoura” bolognese ha del resto la sua ricetta del ragù, e ognuna va considerata filologicamente corretta). Ecco la mia versione, coi fagioli neri a prevalere sui più tradizionali rossi per motivi puramente estetici.
Fa specie constatare come, nella sua implacabile e rigorosa opera di disvelamento dei crimini commessi dai comunisti italiani nel più o meno immediato dopoguerra, Giampaolo Pansa abbia finora colpevolmente voluto ignorarne uno dei più cruenti ed efferati: le poesie di Sandro Bondi.
Già militante del P.C.I., per il quale fu anche sindaco di Fivizzano (MS), il Bondi è da tempo approdato ad altri lidi. Non è qui che si discuterà della sua abiura del marxismo: il fatto che alle feste de L’Unità venisse immancabilmente scambiato per una triglia e servito alla livornese non sembra però del tutto estraneo alla radicale svolta politica del Nostro.