Umberto Bossi poeta

Premonizioni in versi

Nota è la mia passione per le velleità poetiche di un politico italiano, sul quale ho spesso infierito, ma sempre – credo – con rispetto umano e un minimo sindacale di buon gusto. È con altrettanto rispetto che intendo riproporvi una lirica vergata da un altro politico della compagine governativa uscente, che ancor più di Bondi vive frangenti difficili e amari: Umberto Bossi.

Nei primi ’90, anni di una Lega Nord ancora esclusivamente “di lotta”, un Senatùr ancor integro nel proprio vigore usava infatti cimentarsi nella poesia dialettale, con esiti invero non privi di un certo interesse – su tutti gli immaginifici versi «Canto il muggire della carne in scatola» ed «E bestemmiare le rose».

Per mere questioni di tempo lungi dal volermi produrre in uno sforzo antologico pari a quello sostenuto per Bondi, del Bossi poeta mi preme oggi solo segnalarvi un’amara lirica, profeticamente intitolata “Duu fioeui”. Due figlioli, due ragazzi. Poesia che forse solo oggi – col proverbiale senno di poi – assume il suo più profondo significato.

Duu fioeui (1)

Umberto Bossi, 1993 (2)

Aj vara nagott
Sti duu fioeui
Von di nostar
E on teron.
Butej den ’na boza
Coi tolitt di tomatis voj
E i cart dor buter.
Cinquant’ann in duu
Hinn mia poch.
I pobi ogni vott ann
I padron ja sbaten giò.

Note:

  1. La fonte cui ho attinto, spuria e non troppo attendibile dal punto di vista della corretta traslitterazione del dialetto insubre, riporta un “du fioo” che mi lascia sommamente perplesso. In attesa di reperire il materiale originale, opto pertanto (pronto a emendare) per la forma “fioeui”, piuttosto che per la rohlfsiana “fiöi”, tipograficamente poco attraente.  
  2. Datazione ancora incerta, ma da far risalire ai primi anni ’90.  

Due ragazzi

Non valgono niente
Questi due ragazzi
Uno dei nostri
E un terrone.
Buttali in un laghetto
Con le scatole vuote dei pomodori
E le carte del burro.
Cinquant’anni in due
Non sono pochi.
I pioppi ogni otto anni
I padroni li buttano giù.