Umberto Bossi poeta

Premonizioni in versi

Nota è la mia passione per le velleità poetiche di un politico italiano, sul quale ho spesso infierito, ma sempre – credo – con rispetto umano e un minimo sindacale di buon gusto. È con altrettanto rispetto che intendo riproporvi una lirica vergata da un altro politico della compagine governativa uscente, che ancor più di Bondi vive frangenti difficili e amari: Umberto Bossi.

Nei primi ’90, anni di una Lega Nord ancora esclusivamente “di lotta”, un Senatùr ancor integro nel proprio vigore usava infatti cimentarsi nella poesia dialettale, con esiti invero non privi di un certo interesse – su tutti gli immaginifici versi «Canto il muggire della carne in scatola» ed «E bestemmiare le rose».

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Missing Sandro Bondi

Un omaggio e un auspicio

Grande è, come noto, la mia personale riconoscenza nei confronti di Sandro Bondi, già Ministro dei Beni Culturali. La decina di post da me dedicatigli e – soprattutto – il Bondolizer, oltre ad avermi conferito una certa dubbia notorietà (si veda al proposito qui, qui e qui), continuano – con mia immutata sorpresa – a costituire motivo di interesse nei confronti di questo semiabbandonato blog, cui tuttora garantiscono visite e sopravvivenza. In barba ai mancati aggiornamenti, da me ripetutamente promessi e sempre rimandati.

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«Contrordine, compagno!»

Sandro Bondi e la “democrazia dal basso”

Alla luce del fresco successo delle liste del Movimento Cinque Stelle, delle candidature decise dalle primarie piuttosto che nel tinello di casa D’Alema, della Lega Nord proverbialmente radicata nel territorio – qualunque cosa ciò significhi – prepotenti sono le novità che si affacciano alla ribalta della politica italiana. Inequivocabile e inusitata, infatti, la risolutezza con cui l’elettorato resistente alle sirene dell’astensionismo ha voluto punire l’autoreferenzialità di certa politica, troppo lontana dai cittadini, dai loro bisogni e financo dai luoghi in cui essi si scambiano e si formano opinioni, come la Rete e i suoi social network.

Ecco così farsi strada, tra i partiti intenzionati a sopravvivere – del PD non è dato sapere – la consapevolezza dell’urgenza di più o meno robuste iniezioni di democrazia dal basso, formula mediatica con cui ritengo si voglia indicare una certa permeabilità dei movimenti politici alle istanze degli estranei alla Casta.
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«Libiamo ne’ lieti calici…»

Riapre la rubrica di poesie di Sandro Bondi

Termina il lutto di questo blog, dovuto alla chiusura di Versi diversi, la rubrica di poesie che il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi teneva sul settimanale Vanity Fair. Come tutti noi segretamente speravamo, la vena poetica del Ministro si è rivelata infatti troppo possente per soggiacere ai pur gravosi impegni politico-istituzionali che tanta carica comporta, ed è con malcelata gioia che possiamo – era ora – salutare il ritorno del Bardo di Fivizzano.

In grande stile, per sovrammercato.

Riporto il suo più recente componimento, perché abbiate voi stessi modo di constatare come il Nostro non abbia perso un solo grammo della sua proverbiale verve. È più forte di lui: la poesia – proprio così – gli scappa.

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«Passerotto, non andare via!»

Chiude Versi diversi, la “nostra” rubrica di poesie di Sandro Bondi su Vanity Fair

Questo blog è in lutto. Chiude infatti Versi diversi, la rubrica di poesie che il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi teneva sul settimanale Vanity Fair. La primaria fonte di ispirazione (nonché di visite) de il Gambero Rotto è – come del resto temevo – improvvisamente venuta a mancare, lasciando nel mio cuore, prima ancora che nel mondo della cultura italiana, un vuoto che molto difficilmente potrà essere colmato.

Riporto la lettera del Ministro recante la ferale notizia.

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