Sandro Bondi: un poeta ai Beni Culturali
Quando l’immaginazione torna al potere
Sandro “James” Bondi da Fivizzano è di nuovo sulla cresta dell’onda. Trionfalmente assiso sul suo scranno (di maggioranza) al Senato, ministro in pectore dei Beni Culturali e Ambientali, oggetto di voci dal sen di Palazzo fuggite che lo vorrebbero protagonista liaisons dangereuses tra Palazzo Madama e Montecitorio, tra Liguria e Piemonte.
Tra tante faccende affaccendato, il Bondi non ha però abbandonato la sua attività di raffinato poeta. Ce ne compiacciamo. Riprendiamo da Versi diversi, la rubrica cult di Vanity Fair, la lirica dedicata da Bondi al recente trionfo elettorale di “unmetroesettantuno”.
“A Silvio, per il lieto fine che aspettavo”
Avevo scritto un anno fa proprio sulle pagine di Vanity Fair che l’avventura umana e politica di Silvio Berlusconi non avrebbe potuto chiudersi nel modo in cui si pronosticava dopo il voto del 2006, ma che avrebbe conosciuto, come tutte le belle storie, un lieto fine. E difatti, dopo traversie di ogni tipo avvenute in questi ultimi quattordici anni, ecco che Silvio Berlusconi vince nuovamente con un vero e proprio plebiscito. In questo momento il mio stato d'animo è comprensibilmente di felicità e di ammirazione per un uomo che, anche in questa campagna elettorale, ha saputo non solo rappresentare meglio di altri le speranze di cambiamento della maggioranza degli italiani, ma, soprattutto, che si è speso senza risparmio di energia, con una generosità e un entusiasmo commoventi.
Gli dedico con affetto questa poesia.
Magico silenzio
Intenerito ardore
Campo di girasoli
Sole dell’allegriaSandro Bondi, dalla rubrica Versi diversi del settimanale Vanity Fair
In perfetto stile Bondi, non c’è che dire. Come già ebbi modo di commentare,
La cifra del Bondi poeta consiste appunto nel sottoporre l’oggetto poetico a un’estrema destrutturazione; una sorta di scarnificazione rituale, al termine della quale non deve rimanere nulla che lo renda più identificabile come tale.
Una cifra che vanta ormai innumerevoli estimatori – tra i quali modestamente mi annovero – e imitatori. Questa volta però qualcosa non torna: andiamo infatti a ripescare la vecchia poesia di Sandro Bondi in onore del matrimonio di Elio Vito.
“Per le nozze di Elio Vito”
Fra le tue braccia magico silenzio Fra le tue braccia intenerito ardore Fra le tue braccia campo di girasoli Fra le tue braccia sole dell’allegria
Sandro Bondi, sempre daVersi diversi
Comprendiamo le remore del Bondi nel rivolgersi pubblicamente a Silvio Berlusconi con un pur sentito e anelante «Tra le tue braccia». Non è però da quel fine poeta che conosciamo riciclare – per di più per Silvio – una vecchia poesia per Elio Vito: proviamo a interpretare.
Ardito sperimentalismo, memoria corta o “raccolta differenziata di poesie tossiche e nocive”? Propendendo per la prima ipotesi, e sperando di aver a grandi linee compreso il metodo di destrutturazione da lui usato, mi provo umilmente ad anticipare la lirica con cui Sandro Bondi celebrerà il prossimo evento ritenuto lieto. La prossima marcia su Roma?
“Per [inserire nome a piacere]
silenzio ardore girasoli allegria
Anticipazione della prossima poesia di Sandro Bondi
L’immaginazione non ha mai vita facile, una volta giunta al potere. L’impietosa regola non risparmia nemmeno quella del Nostro, cui il ruolo ministeriale non sembra infatti affatto giovare.
Non possiamo pertanto che augurarci un pronto ritorno del senatore Bondi tra i banchi dell’opposizione: la perdita di un grande ministro dei Beni Culturali sarà ampiamente compensata dal sollievo di vedere un grande poeta contemporaneo recuperare energia e freschezza d’ispirazione, allontanandosi definitivamente dalla china della maniera, dal lento spegnersi in un involuto ermetismo.
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